Nasce oggi “AllenaMENTE”, una rubrica ideata dal professor Gennaro Russo, che da 3 anni porta avanti il progetto “mental coaching” dell’Accademia Tennis Napoli, che è mental coach di IT Academy, Tennis Club Vomero e di numerosi atleti professionisti, oltre che formatore di aziende di livello internazionale. Ecco il primo articolo.
Quante volte sui campi da tennis, ma lo stesso vale nello sport e nella vita, abbiamo sentito frasi del tipo:
– Nel finale mi sono deconcentrato ed ho perso la partita-
– Devo credere di più in me stesso.
– Nell’ultimo e decisivo set ho avuto paura di vincere.
– L’arbitro mi ha fatto saltare i nervi-
– In partita rendo al di sotto delle mie possibilità.
E questa lista a noi particolarmente nota potrebbe continuare ancora per molto tempo. Cosa hanno in comune tutte queste frasi? C’è un aspetto che più di tutti fa la differenza, in qualsiasi momento di gioco, sia in allenamento che, soprattutto, in gara: lo stato d’animo. Ogni atleta mette in campo, e lo stesso vale nella vita, anzitutto il proprio stato d’animo. L’atleta che viene sopraffatto da ansia, rabbia, paura e altro (emozioni naturali, che ogni essere umano vive e che possono avere anche funzione positiva se rimangono entro certi limiti e se adeguatamente focalizzate), soprattutto nei momenti decisivi, come fa a rendere al meglio, a fare in modo che le sue prestazioni siano ottimali? E’ impossibile. Lo stato d’animo e le emozioni sono prodotti da processi della mente, soprattutto inconsci, oltre che del corpo. L’atleta che desideri esprimersi “al meglio” al fine di raggiungere i propri obiettivi non può prescindere dal fatto di utilizzare la mente in modo propizio, per produrre stati d’animo efficaci e soddisfacenti.
In altri termini, nella mente vi sono dei veri e propri “programmi”, contenenti soprattutto convinzioni e forti emozioni accumulate nel tempo che condizionano, in positivo o in negativo, le azioni nel momento presente. Ciò significa che, ne sia consapevole oppure no, i maggiori limiti e ostacoli da superare, per l’atleta, sono anzitutto quelli che risiedono nella sua testa, nel suo pensiero. Proprio come un giardiniere che estirpa le erbacce e cura il suo terreno, allo stesso modo l’atleta, attraverso un percorso di “AllenaMENTE” con il proprio coach, impara a riconoscere i suoi processi mentali “limitanti”, cioè quelli che lo frenano nelle azioni e di conseguenza nei risultati, e si allena per trasformarli in “potenzianti”, cioè in direzione utile ai fini degli obiettivi prefissati.
Il lavoro di mental coaching è rivolto sia agli atleti che hanno già raggiunto traguardi e vogliono continuare ad alzare l’asticella dei propri risultati, sia a coloro che ancora non hanno ottenuto quanto voluto e credono anche essi di poter raggiungere le proprie mete e di realizzare i propri sogni. In altre parole, il lavoro del mental coach è per tutti coloro che vogliono accrescere il livello delle proprie prestazioni sportive, con benefici anche nella sfera personale, fuori dal campo da tennis.
Le risorse di cui l’atleta ha bisogno per esprimersi al meglio sono dentro di lui e c’è bisogno di tirarle fuori. Per un atleta, le principali aree da allenare sono: mentale, fisica, tecnica, tutte di fondamentale importanza, ove sicuramente “comanda” quella mentale, come riconosciuto da “tutti gli addetti ai lavori”, influenzando in maniera determinante le altre due. Essa, quindi, deve essere allenata e la via da seguire, insieme al mental coach, è una sola: PRATICA, PRATICA, PRATICA, con tanti esercizi sul campo Si, proprio il campo da tennis.
Buon AllenaMENTE!
Gennaro Russo (1/continua)
Nella foto, Gennaro Russo con l’under 14 di punta dell’Accademia Tennis Napoli Maria Pia Vivenzio. Nell’altra foto la copertina del libro di successo di Gennaro Russo, AllenaMENTE da campioni (con Marco Marchese), edito da Booksprint.