di Gennaro Russo
(mental coach Accademia Tennis Napoli)
La concentrazione è il fattore principale per raggiungere gli
obiettivi in ogni attività umana ed è anche una delle
tematiche più importanti in ambito sportivo.
Come si può definire?
La concentrazione è’ la capacità di focalizzare la mente su
una singola azione/attività e mantenerla fino a quando si
sceglie (consciamente) di spostarla altrove.
Viceversa, quando l’individuo permette al suo focus di
spostarsi da una cosa ad un’altra, senza controllo conscio,
(cioè facendosi dirigere da qualsiasi fonte esterna o
interna), allora si parla di distrazione, ossia l’antitesi della
concentrazione.
Ad esempio, in uno stesso arco di tempo, un giocatore o un
insegnante di tennis potrebbe eseguire vari compiti e
rimanere concentrato, un altro, invece, averne uno solo e
distrarsi. In altre parole, la concentrazione ha a che fare con
la capacità di “rimanere sul pezzo” per il tempo richiesto da
ogni singolo “pezzo”.
Come si può migliorare la concentrazione?
Anzitutto, individuando le distrazioni. Ciò può sembrare
scontato, ma non è così perché una mente distratta non è
concentrata, quindi non è in grado di rendersi conto di
essere distratta e cercare in qualche modo di rimediare.
Ecco perché, specie per i ragazzi, ciò può avvenire tramite
l’aiuto (a partire anche da una forma di “richiamo” … fermo,
deciso … ma, fatto a fin di bene) da parte di un genitore, un
insegnante, un preparatore, un coach, e può risultare
determinante.
Qual è il paradosso di questo aspetto?
Gli individui sono diventati così bravi nelle distrazioni per le
tante ore di pratica eseguite senza neanche accorgersene
(si pensi, ad es., all’uso improprio dello smartphone).
Allo stesso modo, c’è la possibilità di invertire la situazione,
per potenziare la concentrazione. Come fare? Con tanta
pratica, non solo in campo … ma pure fuori.
Quanto esercitarsi?
Come in tutte le cose, più grande è l’obiettivo, maggiore il
prezzo da pagare, infatti, su ogni “trofeo” che si conquista
nella vita, c’è una targhetta visibile degli onori, ma ce n’è
un’altra, che non si vede, anch’essa importante: quella degli
oneri.
