MENTAL COACH. Il nostro prof Gennaro Russo interviene sullo spinoso tema de “L’assillo dei risultati”
13 Febbraio 2024 |

MENTAL COACH. Il nostro prof Gennaro Russo interviene sullo spinoso tema de “L’assillo dei risultati”

di Gennaro Russo
(Mental coach Accademia Tennis Napoli)

Uno degli avversari più ostici: l’assillo dei risultati.
Nello sport, come nella vita, tutti abbiamo bisogno di risultati, cioè di “vincere” (ragazzi, genitori, coach, …), e fin qui non c’è nulla di sbagliato. I risultati rappresentano mete da raggiungere, stimoli a dare di più. I “dolori” nascono quando subentra l’assillo dei risultati, cioè sentiamo il “peso” di doverli ottenere e perdiamo di vista la cosa più importante: il percorso (processo) per arrivare ad essi e, soprattutto, la gioia di goderci questo “viaggio”.
Significative, in tal senso, le parole del campione italiano Jannik Sinner, nelle varie interviste dopo il trionfo in Australia, che qui sintetizziamo: “Lavorare per i miei obiettivi/sogni e continuare a perfezionarmi è ciò che mi piace fare di più, seppur richiede tanti sforzi. Per me, la cosa più importante non è vincere, ma essere felice e ridere anche quando le cose non vanno benissimo”.
La “strada” seguita da Sinner è, si, una via senza scorciatoie, ma il tracciato è ben definito: include “il piacere” e richiede “un certo tempo”, proprio come ci insegna questa storiella zen.
Un allievo si recò da un maestro e disse: “Se accetti di farmi lezioni, sono disposto a diventare tuo servo, perché voglio essere un maestro come te. Quanto tempo ci vorrà?”. “Circa dieci anni” ribatté il maestro. “E se lavoro ancora più assiduamente?”, chiese il giovane? Circa 20 anni rispose il maestro. “Ma come, non capisco questo tuo concetto” disse con impazienza l’allievo. “Un uomo che ha tanta fretta di ottenere dei risultati raramente impara come si deve” concluse il maestro. Il giovane capì la “lezione” e divenne maestro in tempi ben più brevi.
Questa “lezione” serve ai ragazzi così come agli adulti. E anche qui ci viene in mente Sinner con un altro dei suoi “vincenti”: “Auguro a tutti di avere genitori come i miei, che non mi hanno mai messo sotto pressione e mi hanno dato libertà”.
La vittoria, per i bambini, non è “tutto”. Essi vogliono anzitutto giocare e divertirsi e su queste basi sarà più probabile che vinceranno maggiormente in futuro, a patto che imparino a “seminare” … prima di raccogliere i “frutti”.

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