AllenaMENTE, la rubrica del nostro mental coach, il professor Gennaro Russo. Dodicesima puntata: “Linguaggio del corpo, o fisiologia, del tennista”
4 Dicembre 2019 |

AllenaMENTE, la rubrica del nostro mental coach, il professor Gennaro Russo. Dodicesima puntata: “Linguaggio del corpo, o fisiologia, del tennista”

Linguaggio del corpo, o fisiologia, del tennista

Gennaro Russo

 

di Gennaro Russo*

Il linguaggio del corpo comprende: posture, gesti, espressioni facciali, movimenti oculari, occupazione degli spazi, respirazione, tono e volume della voce, etc. Essendo prevalentemente inconscio, è il canale di comunicazione più autentico per osservare e recepire gli stati d’animo di se stessi e degli altri, nello sport come nella vita. Pensieri, parole ed emozioni determinano il linguaggio del corpo, ma, altrettanto vero è il viceversa, ossia, modificando la fisiologia si può modificare lo stato d’animo e il focus. In pratica, mente e corpo fanno parte di un unico sistema e si influenzano a vicenda.

Il tennista con atteggiamento arrendevole, oppure in uno stato di agitazione o paura, assume posture quali: spalle curve in avanti, scuotimento della testa o capo chino, mento verso il basso, respiro affannoso, camminata scomposta, etc. Viceversa, il giocatore in fiducia con se stesso e molto concentrato, tende a tenere: busto eretto, testa ferma, petto in fuori, spalle aperte all’indietro, respiro regolare, camminata energica, etc. Nel primo caso, il giocatore genera una eccessiva pressione personale, limitando il proprio potenziale; nel secondo, invece, oltre che favorire se stesso nelle prossime azioni da compiere, manda all’avversario un messaggio chiaro ed inequivocabile della sua forza.

Ecco perché i grandi campioni compiono gesti che si ripetono sempre uguali, dopo colpi vincenti, nei momenti decisivi dell’incontro. Pensiamo ad esempio a Rafael Nadal, che chiude col pugno la mano sinistra e con gli occhi strabuzzati grida “vamooosss”. Quella determinata fisiologia gli trasmette fierezza, carica, motivazione, “fame” di vincere. Ovviamente, è più facile applicare questo principio a seguito di punti vincenti (come nell’esempio di Nadal), anziché nei “momenti no” del match. Ecco, allora, che questa preziosa abilità può essere acquisita con l’aiuto del mental coach e al duro e mirato lavoro da svolgere negli allenamenti. Il tennista in grado di fare questo avrà sicuramente maggiori soddisfazioni e probabilità di successo.

*Mental coach Accademia Tennis Napoli

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