L’approccio dell’atleta alla gara
di Gennaro Russo*
Ciascun atleta, avendo il proprio vissuto personale e sportivo, attribuisce un significato diverso alla gara e il suo livello di “attivazione” (cognitivo, fisico ed emotivo) si modifica, secondo questi significati, con una sintomatologia del tutto individuale, che può persino variare nell’arco della stessa partita. Gli atleti più pronti sono quelli capaci di innalzare i loro livelli di gioco proprio nei momenti topici del match, invece, quante volte abbiamo sentito dire che un atleta “non rende come potrebbe” o che “si perde sul più bello”? Tantissime.
Ed allora, prima di completare il discorso, sentiamo questa storiella.
C’era una volta un re che mise in palio un ricco premio per l’artista che avesse realizzato il miglior dipinto sulla “serenità”. Alla fine della gara, furono in due a contendersi la vittoria.
Un dipinto rappresentava un mare calmo senza neanche una increspatura in superficie, con due barche ormeggiate e il cielo nitido azzurro. L’altro dipinto, con colori più scuri, conteneva un grande albero su una roccia, con i rami scossi dal forte vento e inzuppati dalla pioggia.
Insomma, sembrava proprio che il primo quadro l’avrebbe spuntata, invece, quando il re guardò più attentamente il secondo, vide una fessura sulla roccia, nella quale una mamma uccello aveva costruito un nido. Scelse il secondo e spiegò il motivo: “Serenità” non significa trovarsi in un luogo in cui non ci sono rumori né ostacoli, significa essere nel bel mezzo di tutte queste cose e sentire fiducia dentro di sé”.
Cari atleti, ricollegandoci allora al discorso iniziale, la vera serenità arriva dall’interno, nulla dall’esterno può intaccarvi mentalmente senza il vostro permesso. E’ vero che in tutto questo vi è o meno una parte innata, ma per fortuna un’altra può essere acquisita. Per farlo, non esistono scorciatoie o ricette magiche, bisogna essere pronti a pagarne il “prezzo, anche attraverso le occasioni sprecate e gli errori, poiché come dicono i coach plurivittoriosi: “Per vincere bisogna soprattutto prepararsi a vincere”.
*Mental coach Accademia Tennis Napoli