di Gennaro Russo
Prima della memorabile finale di Wimbledon del 1980 tra i due ex campionissimi della racchetta, Bjorn Borg e John McEnroe, come poi visto nel film da loro ispirato e proiettato nelle sale cinematografiche, su una parete dello spogliatoio vi è la seguente frase: “Che tu possa confrontarti con vittoria e sconfitta e trattare allo stesso modo questi due impostori (ingannatori)”.
Cosa vogliono trasmettere queste parole?
Nello sport, come nella vita, la vittoria gratifica e ripaga dei sacrifici fatti, viceversa, la sconfitta mette a dura prova lo stato d’animo e l’autostima. “Trionfo” e “insuccesso”, quindi, che sono le due facce della competizione, generano emozioni e sensazioni completamente differenti. Essi, se non adeguatamente gestiti, possono rilevarsi entrambi controproducenti; ad esempio, il primo potrebbe portare l’atleta ad esaltarsi oltremisura, mentre il secondo a demoralizzarsi.
Visti, invece, nel modo giusto, l’uno diventa di aiuto per l’altro; ad esempio, il successo vuole ricordare all’atleta di rimanere umile al fine di favorirne il prossimo trionfo.
E’ importante che l’atleta rimanga focalizzato sui propri obiettivi, anziché fare “la corsa sugli avversari”, in quanto ognuno ha i propri tempi di sviluppo personale e sportivo e le variabili in gioco sono molteplici: fisiche, tecniche, ambientali, strategiche e soprattutto motivazionali. Pensiamo ad esempio a Matteo Berrettini, il tennista italiano in forte ascesa, il quale ha finora ottenuto risultati più prestigiosi, nel circuito professionistico ATP, rispetto ad alcuni suoi coetanei che gli erano davanti nelle classifiche nazionali nel periodo under 16/18.
Fondamentale, allora, è porsi in maniera equilibrata e positiva, cogliendo da vittorie e sconfitte gli spunti per continuare a migliorarsi, proprio quello che fa abitualmente qualsiasi grande campione. A questo punto, è molto chiaro il messaggio che ci vuole trasferire la frase presente nel mitico tempio del tennis mondiale, quelle sagge parole vogliono dirci: “Vinci o perdi, impara comunque”.
Gennaro Russo
Mental coach Accademia Tennis Napoli